Recovery Fund, le 3 “R” dell’acqua sostenibile e un’agenzia per coordinare il lavoro di tutti

In queste settimane ho definito, sotto l’hashtag #acquapertutti, una serie di proposte per intervenire sul tema acqua attraverso le risors del Recovery Fund.

Siamo in un’importante fase di proposta per quello che è il prossimo futuro, stiamo tracciando la rotta per un domani più sostenibile, ne va della nostra sopravvivenza e salute. Sono tante le voci che si sono levate, molte le richieste dai territori. 

Io credo che dobbiamo partire dai fondamentali concentrandoci non solo sulle grandi opere ma tornando sui territori con obiettivi semplici e chiari: risparmio idrico, recupero delle perdite e investimento sul riuso e il riciclo delle acque reflue. Il 42% di media nazionale di perdite dai tubi è un dato non accettabile. Gli investimenti fatti dai gestori in questi anni non sono stati sufficienti, è arrivato il momento che lo Stato ricominci ad investire sui territori. Apriamo tanti cantieri da Nord a Sud, in modo capillare, chiudiamo il capitolo delle perdite idriche e apriamo quello del riuso per dare il via ad una gestione della risorsa sostenibile, è un modo per creare nuovi posti di lavoro e avvicinarci all’obiettivo della sostenibilità. 

Servono 10 miliardi per realizzare subito il Piano Nazionale per il settore idrico senza gravare sulle tariffe. Il Recovery Fund è la spinta a tutte quelle opere utili che servono a migliorare la vita dei cittadini, dalle grandi città ai piccoli comuni. Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più evidenti, dobbiamo fare un primo e semplice passo: mettere in sicurezza il territorio. Acqua vuol dire tante cose e tanti sono i soggetti che se ne occupano. C’è molta frammentazione, una situazione che porta ad una scarsa efficacia nella progettazione e nella programmazione degli investimenti. Per questo motivo vogliamo portare avanti la proposta di un’Agenzia per l’acqua, un soggetto unico pubblico per coordinare il lavoro di tutti.

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